martedì, maggio 19, 2009

Il ritratto fotografico.

Ebbene sì, il termine “ritratto” si utilizza anche in fotografia e ha lo stesso significato che assume in pittura: chi scatta una foto a una persona, ne fa un ritratto, fotografico, ovviamente. Facile a dirsi, ma perché le nostre fotografie non riescono come si vorrebbe?


Occorre innanzitutto premettere che il ritratto possiede dei canoni ben precisi. Una fotografia ben riuscita è un perfetto mix di arte e tecnica e non esiste l'una in assenza dell'altra. Ci sono poi le eccezioni, le deroghe a questa regola, le licenze, come in poesia. Partiamo sempre dai dettami del sonetto per poi semmai sovvertirli e non viceversa. Così anche il fotografo dilettante deve sottostare a delle regole accademiche per poi variarne il tema, pena un risultato finale che racchiude magari una bella espressione, ma sbagliata. Chi non sottosta alla regola dell'oggettività del bello, anche in fotografia, si ostinerà a credere che l'immagine sfocata del pargolo sia comunque bella perché lo emoziona. È come dire che per dipingere un capolavoro basti una tela, un pennello e del colore. Non è proprio così.

Spesso un buon consiglio verte più sulla tecnica che sull'arte, visto che la prima è più semplice da gestire. Per questo i suggerimenti in fotografia sono prevalentemente più tecnici che artistici, perché sono più facili da attuare per tutti.
Cercherò, dal mio canto, di restare vago, perché di libri e siti Web sui trucchi fotografici ce ne sono a migliaia. Quel che manca è spesso il buon senso che dovrebbe pervadere chi mette l'occhio in un mirino. O dietro uno schermo.

1. Una delle prime regole per ottenere una foto decente di un umano è l'analisi del contesto. Mettere in gruppo delle persone è più semplice che coglierne un attimo di spontaneità, ma i risultati saranno completamente opposti. D'altronde, costringere una persona a farsi ritrarre, e prenderla per stanchezza, non darà dei risultati degni di nota. Analizzate la situazione prima d'infliggere la vostra punizione fotografica.

2. Siamo onesti con noi stessi: facciamo un po' schifo a fotografare, ma possiamo migliorare tantissimo, basta solo volerlo. E con qualche trucco dalla nostra, ci salveremo dal pubblico ludibrio per aver postato una foto troppo brutta su Facebook.

3. Ero a una manifestazione e due fidanzatini volevano farsi ritrarre dai genitori di uno di loro: «Àmo, abbiamo il sole alle spalle, mettiamoci alla luce!». Si sono girati in faccia al sole. L'avvenente fanciulla non poteva sapere che i migliori ritratti diurni si fanno in controluce e col flash acceso. Avrebbe anche evitato gli occhi praticamente chiusi di lui. Ma a lei che cosa importava, aveva gli occhialoni neri! Il paziente papà ci ha messo del suo ritraendoli impugnando la fotocamera in orizzontale, quando era evidente che la composizione richiedeva il formato verticale. Ma il poverino doveva avere qualche dolore di schiena, altrimenti si sarebbe inginocchiato per inquadrarli dal basso, come avrebbe dovuto in effetti fare. Con due piccole modifiche, il risultato non sarebbe stato tanto diverso da quello di un professionista. Siete disposti a cambiare?

4. Persone e panorama, una brutta accoppiata. Andate a Pisa, Campo dei Miracoli. Vedrete una folla di cretini in fila con una mano che sembra sorreggere qualcosa. Di fronte a loro, dei pazzoidi che cercano di far collimare attraverso la fotocamera la mano della modella o del modello (si dice così!) con lo sfondo della famosa torre pendente. Il ritratto in genere non deve essere troppo ambientato.
Immaginate un mezzobusto con la torre che è appena accennata su uno sfondo molto sfuocato. Non si direbbe che quella foto sia stata scattata a Pisa? Certo, ma si tratterebbe di uno scatto di classe.
Senza quelle manacce che sorreggono la torre.

5. Foto a raffica, tanto poi si cancella. Il grosso guaio delle digitali consiste nel tasto di cancellazione del file. Una vera tragedia che ci fa scattare centinaia di foto in una sola settimana di vacanza. Quasi un video più che una galleria fotografica. Ma poi pochissimi gestiscono il proprio archivio digitale e non gettano gli avanzi. La selezione delle immagini dovrebbe avvenire all'origine, spesso sarebbe meglio evitare di scattare. O, se si è fatto l'errore, cancellate subito! C'è da dire che gli schermini delle ultime fotocamere mostrano risultati ben più lusinghieri rispetto alla visualizzazione nel monitor, per non parlare del passaggio alla stampa. Cancellate!

6. Iniziate dal gatto. Davvero, è un'esperienza incredibile, sembra che questi animali siano nati per essere in posa. Più di cani, uccelli e rettili, brrr... Mettete a fuoco gli occhi, zoom tutto avanti, luce soffusa (sennò chiude gli occhi e si addormenta) e via! Prendete di mira un gatto con gli occhi azzurri e pelo grigio chiaro o arancione, i risultati saranno stupefacenti.
Mia figlia ama fotografare le sue bambole. Stanno ferme, hanno dei bei colori, non sbuffano né fumano (vd. sotto). Furba, lei!

7. Il fumo fa male. Anche nelle foto, una persona con la sigaretta in mano, ma anche la cicca fumante a un angolo della bocca col fumo che irrita gli occhi, non è il massimo. Evitatela. Meglio la pipa o, con parsimonia, il sigaro.
Tavolate, gente che mangia o che beve col mignolo alzato, bottiglie di birra tracannate a go go. Fanno male anche loro alla fotografia. Lasciamoli perdere, questi momenti non fanno parte degli istanti da ricordare a tutti i costi. Bacco e tabacco esclusi. Non ci resta che Venere. Ma andateci piano!

8. Composizione! Quante volte i genitori d'un tempo a tavola ci richiamavano con un avvertimento perentorio: «Stai composto!» Provate a trattenere a tavola un monello d'oggi per più di dieci minuti e sarete insigniti del premio Genitore dell'anno.
Comporre l'inquadratura, ordinarla, studiarla, è fondamentale. Inginocchiatevi, sempre. Tutti sembreranno più alti e meglio proporzionati. Soprattutto i bambini guadagneranno una testa dalle dimensioni più naturali se eviterete di riprenderli dall'alto. Guardate bene nel mirino, c'è tutto? Testa, piedi? Spesso il dilettante inquadra persone e animali ponendo la testa al centro del fotogramma, tagliando via piedi, ginocchia e, talvolta – ahi! – anche le parti intime. E il cielo che sovrasta la testa fornisce alla persona ritratta un'aria vagamente fantozziana. Godiamo del progresso, ora le fotocamere permettono la visualizzazione dell'effettivo fotogramma, quasi al 100%. Quel quasi ci obbliga a tenerci larghi, evitando di porre i piedi proprio sul bordo inferiore del fotogramma. I maledetti crop sono sempre in agguato, dal mirino (o schermo posteriore) al servizio di stampa. Chi è abituato alla pellicola lo sa bene e il digitale sembra non fare eccezione. Concludendo, siate composti, anche in fotografia. I nostri genitori avevano ragione.

9. I megapixel non sono tutto nella vita, neanche in quella del vostro apparecchio fotografico. Non vi fate ingannare dalle sirene del marketing con dati tecnici insignificanti al fine di ottenere una foto decente, che è il nostro obiettivo minimo. Non è certo la quantità di informazioni a fare la differenza sulla qualità delle stesse. Megapixel e altro sono prettamente questioni di lana caprina, per gente scafata che acquista apparecchi da 5000 euro e deve giustificare la propria coscienza, non certo alla nostra portata di aspiranti fotoamatori che vogliono aumentare la percentuale di foto decenti sul totale degli scatti. La tecnica è necessaria nella fotografia. La tecnologia, soprattutto nel nostro caso, non ci serve poi così tanto.

10. Un bel libro di fotografia. Sì, ma quale?
Vi stupirò, tutti i libri sono buoni, perfino quelli di trent'anni fa che vi descrivono il percorso della pellicola nel corpo della reflex. Vanno davvero bene tutti. Dalla digitale for dummies alla guida avanzata al fotoritocco. Andate su un qualsiasi motore di ricerca o negozio on-line, digitate «digital photography manual», o il corrispondente in italiano, e verrete invasi di... carta. Libri, manuali, tutorial, c'è di tutto. Andate a dare un'occhiata sul sito italiano di Canon, ci sono quattro opuscoli da scaricare, gratis, consigli e trucchi molto semplici da porre in atto. Sono davvero ben fatti. Sarebbero dedicati ai possessori di apparecchi del proprio marchio. Ma, potete giurarci, funzioneranno anche con fotocamere di altri produttori. Esistono perfino libri dedicati a un certo modello di fotocamera, cssomai non vi bastasse il corposo manuale delle istruzioni.
I testi super-classici sull'argomento sono senz'altro quelli di Scott Kelby, che ha scritto una collana sui trucchi per migliorarsi. Se passate da NYC o Londra e siete a vostro agio con la lingua di Albione troverete senz'altro il primo volume a un prezzo interessante. Feltrinelli e FNAC in Italia vi regalano la spedizione – a oggi –e vi offrono uno sconto se acquistate on-line. Il mio suggerimento: andate prima in libreria e poi decidete quale e dove acquistare.

Insomma, dietro al mirino o allo schermo della vostra digitale non prendetevi troppo sul serio, imparate dagli errori, cercate mi miglioravi. E, soprattutto, divertitevi.
Le soddisfazioni saranno maggiori di quanto non possiate credere.

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